Stintino 28 Luglio 2014 fa così:
Oggi dovrebbe essere il compleanno di una persona che non ricordo neanche più. Oggi non è più normale di altre volte, solo un po' diverso.
Mi ero svegliato male. Ora intanto guardavo la torre a destra a sinistra la spiaggia piena di gente: gusci vuoti responsabilizzati,
tutta la rappresentazione affidata a degli involucri. Erano tutti in mostra ma non si esponeva minimamente nessuno il guscio faceva tutto da solo, funzionava e bastava. Quanto sarà che va avanti?
La foschia bianca del caldo dell' aria avvolgeva e schermava la spiaggia gli ombrelloni il mare. Era caldo. Era un paio di giorni che non mi facevo un bagno,
ero al bar con gli altri. La barista carina mi sorrideva un poco io rispondevo, poi nulla. Al bar piglio un altro caffè è la cosa che qui costa meno sto al bar da un poco perché non ho altra ombra sotto cui stare per potermi godere questo sole.
Da quant'è che vengo in questo posto, non me lo ricordo mica, è così tanto che saranno almeno più di trent'anni. Mi guardo attorno, il mare la torre
l'isola di fronte gli scogli i gusci in mostra il cielo, e nulla. Ci sono le canne nel pergolato poi sopra il cielo, e nulla. Sto cercando di ricordare, come ieri che cercavo di ricordare. Come era fatta tutta questa storia, quanto sarà che va avanti?
Ieri l'Argentiera mi sono ricordato che era tutta un'altra cosa, ma non mi ricordo bene.
Nella seconda spiaggia c'era un affascinante capanno, una cozzaglia di materiali che stavano su così non si sa come. Mi sa che c'erano le canne i teli verdi sbiaditi pezzi di lamiera mi ricordo che c'erano anche un sacco di reti da pesca bianche e rosse con i galleggianti tondi, poi sopra il cielo, e nulla. Quanto sarà che ci vengo qui, più di trentanni!
Non era un bar non so cosa era, c'era sempre della solita gente che andava e tornava si sedeva, magari entrava. La sigaretta che guardo sta finendo,
guardo Seba che parla da solo scegliendo parole incomprensibili per quelle immagini insolite che guarda oppure vede delle parole familiari e le usa per scrivere immagini inconsuete che vede e via così potrebbe durare ore, ci vuole tutta la sua ispirazione.
Quanto sarà che è così?
Mi faccio una sigaretta la accendo, e nulla. Mi guardo attorno, e nulla il caffè la barista gli scogli tutto il turchese attorno il caldo, Ines questa volta. Uguale.
Dai che andiamo a Stintino a vedere l'Asinara che costerà troppo andarci, dicevamo ieri. Com'è l'Asinara mi chiedono, bella dico costerà un poco, e non ci andiamo infatti il gommone vuole solo venti euro, ma è un casino di soldi hanno detto dopo, e io lo sapevo che noi altri col cazzo ci andavano a venti euro in gommone fino l'Asinara. Bella eh l'Asinara. Bellissima ma non ci andiamo a questo giro, alla prossima magari. Che noi non ce li abbiamo venti euro. Ines ci rimane delusa, io non volevo deluderla lei doveva farsi un altro viaggio e non sapevamo come fare. Io quanto sarà che non ci vado all' Asinara? Sto cercando di ricordare. Non lo so mica. Mi ricordo che saranno passati come minimo trent'anni forse. Ero così piccolo che non ci sono stato mi pare. Magari qualcuno ha questo ricordo, chiedo a mia madre se ce l'ha, o se sa devo chiedere a mio padre quando li rivedo se mi ricordo.
Ho disegnato qualche paesaggio all'Argentiera alberi case delfini e un paio di squali che non so cosa c'entrano gli squali e i delfini con l'Argentiera ma mi sono venuti così, in spiaggia. Belli li squali eh. Questi giorni abbiamo lavorato bene mi sa. Disegnato scritto dipinto allestito sporcato pulito. Parlato provato sistemato pubblicato. I murales sono venuti bene anche con poco materiale, i lenzuoli dentro le ex officine ci stavano bene poi di sera con le candele accese era un ambiente che funzionava, anche con quel poco, e poi nulla.
Mi guardo attorno, il mare gusci impilati la torre l'azzurro gli scogli il tavolino rosso di plastica Seba Ines, una birra sta volta. E allora sigaretta, e poi nulla.
Mi sa che gli squali li avevo visti dentro una barca in spiaggia una volta, quanto sarà? Ero più piccolo quasi di trent'anni. La spiaggia di S.Nicola all'Argentiera era diversa non c'entrava nulla con ora, la barca era li in riva, era di legno dentro mi ricordo c'erano due squali piccoli però o che ne so forse erano delfini. Stavamo a riva vicino gli scogli a sinistra il pontile vecchio il pozzo le scale a destra tutta la spiaggia i gusci vuoti che vanno e vengono il capanno la scogliera tutto il resto del mare, ma non mi ricordo bene.
Guardo la birra Ines e Seba intanto cerca, il tavolino la barista i gusci del teatrino che pensano che l'apparenza sia un valore, e non so chi gliel'ha detto a loro di elevare l'apparenza a rango di valore mi tocco l'orecchio che mi fa male per la centesima volta aia! E poi Nulla. Abbiamo lavorato bene durante questa residenza per fare cose artistiche al mare, che lavoro che mestiere che onore gli dico ai ragazzi Seba e Ines. Sembra quasi che siamo dei privilegiati a fare questo genere di cose, poi mi ricordo che c'era gente al bar all'Argentiera che era più avanti di noi con i privilegi e il divertimento dovuti al loro lavoro o mestiere o onore. Mi pesava o almeno mi sembrava che loro me lo facevano pesare, erano più privilegiati mi pare. Abbiamo lavorato bene dipinto un sacco fino a l'altro ieri quando ancora eravamo tesi poi non eravamo più tesi in questi giorni e poi nulla.
La spiaggia la sedia la borsa la torre i baristi e la barista che sorride, i gusci che fanno i monaci il turchese l'acqua l'isola e poi Pascal lontano.
Sembra un bambino. Gioca nuota chissà dov'è pascal mi chiedo. Da lontano non lo riconosco ha il corpo piccolo sembra un bambino, chissà con chi avrà parlato sotto il mare. Tornerà di sicuro con qualche storia, pesciolino o di un riccio altrimenti un granchio. É tornato con un pezzo di roccia con il buco. E in inglese ha raccontato a Ines di come era bello sotto il mare o qualcosa del genere, mi pare. Cosa gli dirà il cervello a quello? Che privilegio!
Abbiamo allestito dipinto e fatto tutto quello che potevamo fare e ora nulla. Era un lavoro intimo abbiamo interpretato gli spazi usato la misura senza osare, era Zen mi dico, per questo ora mi sento svuotato ecco cosa era, mi sa. E ora nulla, guardo. Era una prova per vedere se ci credevamo veramente fino a che punto potevamo arrivare col sacrificarci per farlo questo progetto che abbiamo avuto più piaghe di quelle d'Egitto pure peggiori tranne per un paio, il brutto tempo al mare la cagarella la fogna intasata la lavatrice rotta pochissimo internet l'invasione tutti i giorni delle formiche più di una settimana senz'acqua la pioggia le meduse la carestia a mangiare solo verdure il pigmento nero ovunque il sudicio, a un certo punto avevamo paura. Ma alla fine nulla ce l'abbiamo fatta lo stesso, ecco cos'è ora che mi sento svuotato. Oggi di chi era il compleanno chi era la persona non ricordo. Dov'è questa persona che mi sembra sparita? Mi guardo attorno il pergolato il cielo il bar la spiaggia il tavolo Pascal lontano parla con qualche pesciolino il gabbiano Seba la barista i gusci il mio orecchio Ines, e nulla. Mi sento svuotato oggi dopo tutto questo lavoro intimo di un mese ecco cosa è. Siamo stati bravi insomma, ecco cosa è questo svuotamento. Gli asciugamani il cielo la spiaggia il turchese l'acqua la torre l'isola gli arbusti le pietre i gabbiani e nulla, quanto sarà? Abbiamo mangiato bene e riposato hanno detto pure che eravamo all'ingrasso, che bravi abbiamo lavorato e pubblicato e mangiato. Seba è più grasso mi sa. Dovrebbe essere il compleanno di una persona che non ricordo neanche più ecco cosa è questo svuotamento, quanto sarà?
Io intanto guardo la strada dritta a destra le colline e il fieno che è troppo fieno i campi a sinistra le saline, quanto sarà? Torniamo a casa avevamo detto la strada dritta la curva i campi il troppo fieno Seba Ines Pascal il mio orecchio, quanto sarà? Il ricordo andare e venire la strada i campi il fieno le macchine il troppo dritto poi Seba veloce acchiappa parole le scrive su stracci di carta poi nulla. Quanto sarà? Che mi ricordo almeno più di trent'anni la strada il camion un altro camion il mare a destra a sinistra le saline il cielo il fieno le colline la strada dritta la curva il camion e la fila di macchine il sole la pelle il turchese, quanto sarà? Io guardo la stada la curva lo svuotamento Seba che dorme il ricordo Ines e Pascal e nulla, parte Mimi poi Yuri Albe Seba Ines e Pascal partono finalmente tutti mi mancheranno mi sa.
Io guardo la torre a destra gli scogli il caldo i gusci in acqua il cielo, a sinistra la spiaggia il turchese il vuoto poi nulla, ma alla fine ho preso e il bagno l'ho fatto.
Oggi è un compleanno, non più normale di altri mi sa.
Quanto sarà?
(da taccuino di appunti di Marco Zamburru il 28 Luglio 2014)
Oggi dovrebbe essere il compleanno di una persona che non ricordo neanche più. Oggi non è più normale di altre volte, solo un po' diverso.
Mi ero svegliato male. Ora intanto guardavo la torre a destra a sinistra la spiaggia piena di gente: gusci vuoti responsabilizzati,
tutta la rappresentazione affidata a degli involucri. Erano tutti in mostra ma non si esponeva minimamente nessuno il guscio faceva tutto da solo, funzionava e bastava. Quanto sarà che va avanti?
La foschia bianca del caldo dell' aria avvolgeva e schermava la spiaggia gli ombrelloni il mare. Era caldo. Era un paio di giorni che non mi facevo un bagno,
ero al bar con gli altri. La barista carina mi sorrideva un poco io rispondevo, poi nulla. Al bar piglio un altro caffè è la cosa che qui costa meno sto al bar da un poco perché non ho altra ombra sotto cui stare per potermi godere questo sole.
Da quant'è che vengo in questo posto, non me lo ricordo mica, è così tanto che saranno almeno più di trent'anni. Mi guardo attorno, il mare la torre
l'isola di fronte gli scogli i gusci in mostra il cielo, e nulla. Ci sono le canne nel pergolato poi sopra il cielo, e nulla. Sto cercando di ricordare, come ieri che cercavo di ricordare. Come era fatta tutta questa storia, quanto sarà che va avanti?
Ieri l'Argentiera mi sono ricordato che era tutta un'altra cosa, ma non mi ricordo bene.
Nella seconda spiaggia c'era un affascinante capanno, una cozzaglia di materiali che stavano su così non si sa come. Mi sa che c'erano le canne i teli verdi sbiaditi pezzi di lamiera mi ricordo che c'erano anche un sacco di reti da pesca bianche e rosse con i galleggianti tondi, poi sopra il cielo, e nulla. Quanto sarà che ci vengo qui, più di trentanni!
Non era un bar non so cosa era, c'era sempre della solita gente che andava e tornava si sedeva, magari entrava. La sigaretta che guardo sta finendo,
guardo Seba che parla da solo scegliendo parole incomprensibili per quelle immagini insolite che guarda oppure vede delle parole familiari e le usa per scrivere immagini inconsuete che vede e via così potrebbe durare ore, ci vuole tutta la sua ispirazione.
Quanto sarà che è così?
Mi faccio una sigaretta la accendo, e nulla. Mi guardo attorno, e nulla il caffè la barista gli scogli tutto il turchese attorno il caldo, Ines questa volta. Uguale.
Dai che andiamo a Stintino a vedere l'Asinara che costerà troppo andarci, dicevamo ieri. Com'è l'Asinara mi chiedono, bella dico costerà un poco, e non ci andiamo infatti il gommone vuole solo venti euro, ma è un casino di soldi hanno detto dopo, e io lo sapevo che noi altri col cazzo ci andavano a venti euro in gommone fino l'Asinara. Bella eh l'Asinara. Bellissima ma non ci andiamo a questo giro, alla prossima magari. Che noi non ce li abbiamo venti euro. Ines ci rimane delusa, io non volevo deluderla lei doveva farsi un altro viaggio e non sapevamo come fare. Io quanto sarà che non ci vado all' Asinara? Sto cercando di ricordare. Non lo so mica. Mi ricordo che saranno passati come minimo trent'anni forse. Ero così piccolo che non ci sono stato mi pare. Magari qualcuno ha questo ricordo, chiedo a mia madre se ce l'ha, o se sa devo chiedere a mio padre quando li rivedo se mi ricordo.
Ho disegnato qualche paesaggio all'Argentiera alberi case delfini e un paio di squali che non so cosa c'entrano gli squali e i delfini con l'Argentiera ma mi sono venuti così, in spiaggia. Belli li squali eh. Questi giorni abbiamo lavorato bene mi sa. Disegnato scritto dipinto allestito sporcato pulito. Parlato provato sistemato pubblicato. I murales sono venuti bene anche con poco materiale, i lenzuoli dentro le ex officine ci stavano bene poi di sera con le candele accese era un ambiente che funzionava, anche con quel poco, e poi nulla.
Mi guardo attorno, il mare gusci impilati la torre l'azzurro gli scogli il tavolino rosso di plastica Seba Ines, una birra sta volta. E allora sigaretta, e poi nulla.
Mi sa che gli squali li avevo visti dentro una barca in spiaggia una volta, quanto sarà? Ero più piccolo quasi di trent'anni. La spiaggia di S.Nicola all'Argentiera era diversa non c'entrava nulla con ora, la barca era li in riva, era di legno dentro mi ricordo c'erano due squali piccoli però o che ne so forse erano delfini. Stavamo a riva vicino gli scogli a sinistra il pontile vecchio il pozzo le scale a destra tutta la spiaggia i gusci vuoti che vanno e vengono il capanno la scogliera tutto il resto del mare, ma non mi ricordo bene.
Guardo la birra Ines e Seba intanto cerca, il tavolino la barista i gusci del teatrino che pensano che l'apparenza sia un valore, e non so chi gliel'ha detto a loro di elevare l'apparenza a rango di valore mi tocco l'orecchio che mi fa male per la centesima volta aia! E poi Nulla. Abbiamo lavorato bene durante questa residenza per fare cose artistiche al mare, che lavoro che mestiere che onore gli dico ai ragazzi Seba e Ines. Sembra quasi che siamo dei privilegiati a fare questo genere di cose, poi mi ricordo che c'era gente al bar all'Argentiera che era più avanti di noi con i privilegi e il divertimento dovuti al loro lavoro o mestiere o onore. Mi pesava o almeno mi sembrava che loro me lo facevano pesare, erano più privilegiati mi pare. Abbiamo lavorato bene dipinto un sacco fino a l'altro ieri quando ancora eravamo tesi poi non eravamo più tesi in questi giorni e poi nulla.
La spiaggia la sedia la borsa la torre i baristi e la barista che sorride, i gusci che fanno i monaci il turchese l'acqua l'isola e poi Pascal lontano.
Sembra un bambino. Gioca nuota chissà dov'è pascal mi chiedo. Da lontano non lo riconosco ha il corpo piccolo sembra un bambino, chissà con chi avrà parlato sotto il mare. Tornerà di sicuro con qualche storia, pesciolino o di un riccio altrimenti un granchio. É tornato con un pezzo di roccia con il buco. E in inglese ha raccontato a Ines di come era bello sotto il mare o qualcosa del genere, mi pare. Cosa gli dirà il cervello a quello? Che privilegio!
Abbiamo allestito dipinto e fatto tutto quello che potevamo fare e ora nulla. Era un lavoro intimo abbiamo interpretato gli spazi usato la misura senza osare, era Zen mi dico, per questo ora mi sento svuotato ecco cosa era, mi sa. E ora nulla, guardo. Era una prova per vedere se ci credevamo veramente fino a che punto potevamo arrivare col sacrificarci per farlo questo progetto che abbiamo avuto più piaghe di quelle d'Egitto pure peggiori tranne per un paio, il brutto tempo al mare la cagarella la fogna intasata la lavatrice rotta pochissimo internet l'invasione tutti i giorni delle formiche più di una settimana senz'acqua la pioggia le meduse la carestia a mangiare solo verdure il pigmento nero ovunque il sudicio, a un certo punto avevamo paura. Ma alla fine nulla ce l'abbiamo fatta lo stesso, ecco cos'è ora che mi sento svuotato. Oggi di chi era il compleanno chi era la persona non ricordo. Dov'è questa persona che mi sembra sparita? Mi guardo attorno il pergolato il cielo il bar la spiaggia il tavolo Pascal lontano parla con qualche pesciolino il gabbiano Seba la barista i gusci il mio orecchio Ines, e nulla. Mi sento svuotato oggi dopo tutto questo lavoro intimo di un mese ecco cosa è. Siamo stati bravi insomma, ecco cosa è questo svuotamento. Gli asciugamani il cielo la spiaggia il turchese l'acqua la torre l'isola gli arbusti le pietre i gabbiani e nulla, quanto sarà? Abbiamo mangiato bene e riposato hanno detto pure che eravamo all'ingrasso, che bravi abbiamo lavorato e pubblicato e mangiato. Seba è più grasso mi sa. Dovrebbe essere il compleanno di una persona che non ricordo neanche più ecco cosa è questo svuotamento, quanto sarà?
Io intanto guardo la strada dritta a destra le colline e il fieno che è troppo fieno i campi a sinistra le saline, quanto sarà? Torniamo a casa avevamo detto la strada dritta la curva i campi il troppo fieno Seba Ines Pascal il mio orecchio, quanto sarà? Il ricordo andare e venire la strada i campi il fieno le macchine il troppo dritto poi Seba veloce acchiappa parole le scrive su stracci di carta poi nulla. Quanto sarà? Che mi ricordo almeno più di trent'anni la strada il camion un altro camion il mare a destra a sinistra le saline il cielo il fieno le colline la strada dritta la curva il camion e la fila di macchine il sole la pelle il turchese, quanto sarà? Io guardo la stada la curva lo svuotamento Seba che dorme il ricordo Ines e Pascal e nulla, parte Mimi poi Yuri Albe Seba Ines e Pascal partono finalmente tutti mi mancheranno mi sa.
Io guardo la torre a destra gli scogli il caldo i gusci in acqua il cielo, a sinistra la spiaggia il turchese il vuoto poi nulla, ma alla fine ho preso e il bagno l'ho fatto.
Oggi è un compleanno, non più normale di altri mi sa.
Quanto sarà?
(da taccuino di appunti di Marco Zamburru il 28 Luglio 2014)